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Anche quest’anno il Centro Diocesano Vocazioni ha partecipato al Convegno Nazionale Vocazioni organizzato dalla CEI – Ufficio Nazionale per la pastorale delle vocazioni insieme al Servizio Nazionale di pastorale giovanile, dal 3 al 5 gennaio 2025.
L’équipe della pastorale vocazionale ha seguito i lavori convegnistici da remoto, usufruendo di tale modalità per vivere un momento di fraternità tra i componenti presso la “Casa di spiritualità Santa Dorotea” di Asolo (TV), ascoltando gli interventori in sincrono con la capitale e discutendo i temi trattati e le riflessioni proposte sul tema: “Credere Amare Sperare […] progettare itinerari di pastorale giovanile e vocazionale”.

Preziosa la presenza del Vescovo Giampaolo, il quale nella mattina di venerdì 3 gennaio ha offerto ai presenti un’illuminante lectio sul tema degli itinerari, in particolare l’itinerario spirituale dei magi presentato dalla liturgia il giorno dell’Epifania del Signore (Mt 2,1-12); un cammino auspicabile il loro, paradigmatico per le proposte del Centro Diocesano Vocazioni, al quale è affidata una giovane porzione del popolo di Dio nella nostra diocesi in cui seminare i valori insiti nel suddetto Vangelo: essere adoranti e dono al Verbo incarnato.

Il Convegno si è aperto con una relazione dal tema: “La Parola nella Pietra” di p. Filippo Carlomagno della Compagnia di Gesù, il quale ha introdotto i tanti significati biblici e teologici degli elementi architettonici della Sagrada Família, segni che ciascuno può reinterpretare nella vita, nel proprio cammino spirituale, segni che sono l’accesso per i nostri giovani ai misteri della fede, immagini icastiche che provocano la ricerca, specie in questo anno di Grazia nel quale la Chiesa fa esperienza della Misericordia del Signore e in essa i nostri ragazzi sono accompagnati dagli educatori vocazionali ad attingere dalla Parola anche nel supporto artistico, scultoreo e liturgico.

Il Convegno poi ha trattato l’esercitazione alla complessità, richiamando la necessità dell’esame di realtà in una società frammentata in cui però perseguire la sfida all’unità, la comunione di tutte le vocazioni.
Nello stesso contesto, di una società assai eterogenea, p. Andrea Picciau, gesuita, ha offerto al Convegno la sua esperienza, indicando ai delegati i criteri per progettare itinerari vocazionali, ponendo l’attenzione al lavoro di rete tra le parrocchie e le comunità, alla formazione degli educatori, la gradualità dei percorsi, invitando a sollecitare i giovani con maggiori responsabilità per la propria crescita, una responsabilità declinata come servizio e non potere, un esercizio di Carità.

I membri dell’équipe vocazionale, terminato l’ascolto con un approfondimento sulle reti digitali, che sono promettente strumento di condivisione, ma anche contatto previo e postumo con le “abitazioni” digitali dei partecipanti alle proposte della pastorale delegata a don Giovanni Vianello, hanno poi avuto occasione di confrontarsi lungamente quanto proficuamente nei propri lavori, effettuando una verifica dell’ultimo anno e riconoscendo le sfide future.

La Chiesa di Chioggia è in cammino, grazie al Padre è virtuosa: con fede segue una stella, con amore semina nei cuori dei giovani la Verità che ha ricevuto perché diventi senso della loro vita, con speranza attende i tempi di Dio perché germoglino e diventino frutti per essere donati a Colui che del dono è maestro, Gesù.

 

Simone Gazzignato
Membro del Centro Diocesano Vocazioni

CNV 2025 (3 gennaio 2025)

«Perché mi cercavate?»: queste le parole dell’evangelista Luca che hanno accompagnato i ragazzi dei Gruppi Vocazionali “Il Mandorlo”“Il Sicomoro” durante l’esperienza di fraternità vissuta tra il 28 e il 29 dicembre 2024. Il tema centrale? La “soglia”, intesa come quel momento cruciale nella vita di ciascuno, carico di entusiasmo ma anche di paure e di incertezze, una ‘porta’ da varcare.

La prima mattinata è stata arricchita dalla testimonianza di un’esperienza di missione in Burundi (tra i mesi di luglio e agosto 2024), che ha sottolineato l’importanza di uscire da sé stessi e di vivere in comunità.
Nel pomeriggio, poi, l’approfondimento del Vangelo di Luca ha permesso di confrontarsi con la figura di Gesù, che fin da giovane ha mostrato una chiara consapevolezza della propria missione: «Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?». Attraverso un percorso di condivisione e preghiera, i partecipanti hanno avuto l’opportunità di riflettere sulle proprie “soglie” personali, mettendo in luce le gioie e le paure che accompagnano questi momenti di cambiamento.
La giornata quindi si è conclusa con un’introduzione al Giubileo 2025, animata da don Giovanni Vianello. E giochi e risate hanno accompagnato i ragazzi nel corso della serata.

La domenica mattina, il Vescovo Giampaolo ha benedetto l’icona e l’ambone posizionati nella nuova Cappella della Contemplazione e dell’Ascolto della Parola presso il Seminario Vescovile Diocesano. L’icona della Crocifissione, dono della Comunità Missionaria di Villaregia, riprende la raffigurazione da un’icona russa del XIV secolo della scuola di Novgorod. L’ambone, invece, proviene dalla Cattedrale di Chioggia.
Nella sua riflessione, il Vescovo, oltre a spiegare l’icona, ha sottolineato come questa cappella sia un luogo accogliente per i giovani, un po’ come le braccia materne di Maria.

L’esperienza di fraternità vissuta in seminario da una ventina di adolescenti, accompagnati da una decina di educatori, è culminata con la partecipazione alla Santa Messa di apertura dell’Anno Giubilare in Diocesi. Il Vescovo, nell’omelia, ha ribadito l’importanza delle comunità e della fraternità, invitando tutti a camminare insieme, come ci ricorda il Vangelo di Giovanni: «Siano una cosa sola perché il mondo creda».

 

Nicola Chieregato
Membro del Centro Diocesano Vocazioni

Esperienza Missione (28 dicembre 2024)

Di ritorno dall’esperienza missionaria in Burundi, ho fatto posto in valigia anche per una stoffa ricamata a mano da alcune donne del posto che ci è stata regalata da Suor M. Celeste, superiora della comunità “Mater Misericordiae”, e dalle sue consorelle. Oltre alla bellezza dei ricami, mi ha colpito molto la scritta che occupa la posizione centrale nel rettangolo di stoffa: “Maison shalom”, casa di pace. E tra me e me mi sono subito detto che proprio questa poteva essere una efficace espressione di sintesi dell’esperienza che abbiamo vissuto a Bwoga Chioggia e, in particolare, dell’accoglienza che ci hanno riservato non solo le suore ma, più in generale, chiunque abbiamo incontrato durante i giorni della nostra permanenza in quella che mi sento di poter definire la terra benedetta del Burundi.
Ho respirato ovunque un profondo senso di pace e gioia vera proprio perché mi sono sempre sentito accolto, ospitato e, a dirla tutta, anche coccolato. Certo in Africa – e in Burundi, in particolare – non manca la povertà di tanti tipi, in primis quella materiale, ma di sicuro non si può dire che il popolo burundese non sia “ricco” nel vivere le relazioni appieno, anche con il diverso, anche con chi viene da lontano, anche con i muzungu – gli uomini bianchi.
La stessa “ricchezza” portatrice di pace l’ho trovata anche nei più piccoli, con i loro occhi pieni di gioia e di tanta voglia di vivere la vita bella che tutti loro meritano. Proprio con i bambini ho vissuto l’esperienza che mi ha provocato di più: partendo per il Burundi, infatti, ho dovuto lasciare l’animazione estiva della mia parrocchia di servizio ma, per quella che potrei definire una Dio-incidenza (una coincidenza voluta da Dio), mi sono ritrovato a vivere la stessa esperienza nel cortile della missione sulla collina di Bwoga. Qui, però, ho da subito notato come quei piccoli dagli occhi che ti incantano sapessero godere appieno anche del poco che gli veniva offerto quando noi, nelle nostre realtà, non sappiamo più cosa inventarci per attrarre e coinvolgere bambini, ragazzi e giovani. Allora mi chiedo: sono loro i poveri o siamo noi che stiamo vivendo in una povertà che ci toglie la pace e della quale fatichiamo ad accorgerci?
Lascio aperta per voi lettori, ma anche e soprattutto per me, questa provocazione che mi sono
portato a casa dalla terra del Burundi, quella terra benedetta che è casa di pace.

 

Daniele Mozzato
Seminarista

Dal 18 luglio al 3 agosto 2024, un gruppo della Diocesi di Chioggia ha vissuto un’esperienza missionaria presso la comunità “Mater Misericordiae” delle Serve di Maria Addolorata di Chioggia a Bwoga, in Burundi.
Il gruppo, formato da due sacerdoti, una religiosa, due seminaristi, due mamme e cinque giovani, si è preparato a questo momento con alcuni momenti formativi proposti nei mesi precedenti alla partenza e, nella celebrazione dell’11 giugno, solennità dei Santi Patroni, ha ricevuto la Croce e l’invio missionario da parte dal Vescovo di Chioggia, Mons. Giampaolo Dianin.

Al ritorno da questa esperienza, vogliamo condividere un breve racconto di quanto vissuto e alcune domande che sono sorte in noi e che rimangono come un pungolo per farci progredire nella riflessione del nostro essere cristiani.

Eccoci al viaggio
Oltre ventiquattro ore tra voli e attese negli aeroporti. Il vantaggio di essere in gruppo è stato sicuramente quello di poter condividere la fatica, le incertezze e i desideri che portavamo nel cuore.
Arrivati a Bujumbura (centro commerciale del Burundi), ad attenderci, in aeroporto, suor Celeste e suor Annonciate, che sono venute a prenderci per accompagnarci alla missione di Bwoga-Chioggia.
Saliti sui pulmini, abbiamo raggiunto la casa della comunità nella tarda serata. Lì le altre suore (burundesi e messicane) e le giovani in formazione ci hanno accolto con danze burundesi e con un rito di accoglienza messicano.
Già ci siamo sentiti a casa…

Il primo sacerdote della parrocchia
Subito il giorno seguente al nostro arrivo abbiamo avuto la possibilità di partecipare alla prima Messa del primo sacerdote della collina di Bwoga-Chioggia: don Arcade Niymungere.
La celebrazione è stata un momento molto intenso, della durata di circa tre ore. Una grande festa, con canti polifonici e danze locali, tanto da non accorgerci del passare del tempo. Erano presenti tutti i fedeli della collina, in chiesa abbiamo stimato forse più di mille persone, per lo più giovani, ragazzi e famiglie.

Durante la nostra permanenza
Le Messe al mattino presto: 6:15 in comunità dalle suore oppure 6:30 alla domenica, in parrocchia (quella che più prevedeva la presenza di bambini e famiglie). Celebrazioni vissute sempre con molta partecipazione e intensità di preghiera, canti, gesti… gioia. Il convento delle suore è adiacente alla chiesa, e subito dopo la Messa domenicale, i bambini e un bel gruppo di adulti si ritrova per la formazione. Nella parrocchia la presenza delle suore, oltre che a offrire un dispensario (possiamo considerarlo come una nostra clinica o un pronto soccorso, dove trovare medico di base, dentista, ecc.), si fa formazione per bambini e ragazzi ed è presente una scuola dell’infanzia.
Durante la nostra permanenza, ci siamo inseriti nei tempi di preghiera e di lavoro delle suore e cercavamo di servire là dove ci veniva chiesto.
Abbiamo avuto l’occasione anche di passeggiare lungo la collina e nei villaggi della parrocchia dove l’accoglienza della popolazione è stata commovente.

Altro lavoro
Nei lunedì, mercoledì e venerdì durante la mattina, i bambini della collina venivano accolti nella casa per l’esperienza del centro estivo. Anche noi eravamo lì a interagire con loro, come riuscivamo, ma i piccoli parlano al cuore e quindi tutto diventa semplice.
Nei pomeriggi, invece, e negli altri giorni, il gruppo si dedicava ai lavori utili alla missione, come semina del prato, sistemazione del legno, montaggio sedie e altri lavori di rifinitura nella nuova scuola. Anche l’arrivo del container dall’Italia ci ha impegnati per un intero pomeriggio fino a notte inoltrata per lo scarico e la raccolta del materiale: possiamo testimoniare che tutto arriva a destinazione e che richiede un grande lavoro.

Abbiamo avuto, poi, alcuni momenti molto importanti come la visita al villaggio dei Pigmei; questa è un’etnia minoritaria del Burundi e, per quanto ci hanno raccontato, la più emarginata. Il capo villaggio ha detto che era dal 1994 che non ricevevano una visita.
La loro accoglienza è stata gioiosa ma soprattutto grata. Le donne dell’etnia fabbricano vasi di argilla che non vendono ma che, quasi esclusivamente, barattano con il cibo. Questa notizia è una delle cose che mi hanno fatto molto riflettere: lavorare per il pane quotidiano e non per un accumulo senza senso. Siamo partiti per la visita con la consapevolezza che non avremmo dovuto fare foto, ma mentre ci facevano vedere il loro lavoro, il capo villaggio ci ha chiesto di scattarne affinché altri possano sapere di loro e del loro lavoro. L’estraneo, l’emarginato, ha bisogno dello sguardo di qualcuno che possa fargli capire il valore che ha. Forse vale anche per noi…

Visita agli ammalati
Assieme alle suore abbiamo fatto visita ad alcuni malati per portare loro un po’ di cibo e anche la comunione eucaristica.

I giovani
Un altro momento importante vissuto durante la nostra permanenza è stato l’incontro con i giovani della parrocchia, durante il quale i giovani di Bwoga e quelli della Diocesi di Chioggia si sono raccontati della propria cultura attraverso canti, balli e scenette. Anche l’incontro con i giovani del forum diocesano ci ha colpito molto perché la loro accoglienza è stata quasi imbarazzante, con calore ed entusiasmo, coinvolgendoci in danze e canti.

In questa esperienza missionaria mancavano sicuramente alcune comodità alle quali si è abituati, ad esempio la connessione stabile alla rete Internet, l’uso continuo di acqua e corrente elettrica, ma alla fine nulla ci è mancato perché abbiamo scoperto la ricchezza dai rapporti personali, dagli incontri veri. Anche i momenti in cui ci siamo dati del tempo per l’ascolto tra di noi e con le sorelle che ci hanno ospitato, sono stati intensi e pieni di storie personali e ricchi di fede.

Un vivo grazie a tutti coloro che ci hanno accompagnato, sia con l’aiuto economico sia con la preghiera, perché abbiamo sempre sentito la vicinanza dei tanti che hanno pregato per noi.

 

Suor M. Ada Nelly Velazquez Escobar
Direttrice del Centro Missionario Diocesano

Immagine Articolo 'Esperienza Missione': Accoglienza...

Tu sei bellezza

CV24 Copertina Articolo 'Tu sei bellezza'

Qual è il sogno che Dio ha per me? Per me, sì, proprio per me… E, ancora prima, perché Dio dovrebbe sognare di me, della mia esistenza, della mia vita? Sono davvero meritevole del suo sguardo, della sua “attenzione”? Una domanda, la prima, che si è inserita con forza nelle fasi iniziali del campo vocazionale. Sebbene non si tratti di una domanda “nuova” per la … Continua a leggere Tu sei bellezza »

Ingata

EM Copertina Articolo 'Ingata'

“Signore, cosa mi vuoi dire attraverso questa esperienza?” La domanda che ci era stata posta dal Vescovo Giampaolo prima della partenza è una domanda che apre il cuore e la mente a ciò che si è vissuto. Una richiesta che, in questo caso, non può che implicare sé stessi nella propria interezza, nella propria complessa totalità. È una sensazione del tutto simile a quella del … Continua a leggere Ingata »

L’esperienza dei Gruppi Vocazionali “Il Mandorlo” e “Il Sicomoro” propone ogni anno un campo vocazionale, che mette a tema l’amicizia con Gesù e con i compagni di cammino.

Quest’anno il campo si svolgerà ad Assisi e sarà nei giorni che vanno dall’8 al 13 agosto.
Assisi, in particolare, ci darà l’opportunità di percorrere le vicende e la vita di san Francesco e di santa Chiara e ci donerà anche di incontrare il beato Carlo Acutis, giovane testimone dei nostri giorni.
Il tema, poi, seguirà quello suggerito dall’Ufficio Nazionale Vocazioni: “Creare Casa” (ChV, 217).

I santi sono uomini e donne che hanno lasciato spazio a Cristo nella loro casa interiore. Sono testimoni di accoglienza di fratelli e sorelle poveri e indifesi. Sono stati – e sono tutt’ora – esempio di vita cristiana compiuta perché donata; una vita nuova ricevuta in dono e offerta al mondo.
Con le ragazze e i ragazzi che parteciperanno desideriamo quindi metterci sulle strade di testimoni attraverso racconti di vita, giochi e momenti di fraternità, perché, affascinati e attratti dal vangelo di Gesù, loro possano tradurre nel proprio cuore, nei propri affetti, nella propria intelligenza quanto sia bello creare in sé una casa che sappia accogliere Cristo e che si lasci amare da lui. La vita allora può svolgersi nel dono di sé in maniera libera e gratuita.

Per quanti vogliano chiedere informazioni e iscriversi al campo vocazionale, è possibile fare riferimento al numero 349 291 4796 o, in alternativa, all’indirizzo di posta elettronica ‘cdvocazionichioggia@gmail.com‘.

 

Don Giovanni Vianello,
Direttore dell’Ufficio Diocesano Vocazioni

L’équipe della Pastorale Vocazionale diocesana propone, quest’anno presso l’Unità Pastorale Navicella-San Michele Arcangelo di Chioggia, una settimana (da domenica 14 a domenica 21 aprile) di sensibilizzazione e preghiera sul tema vocazionale.

La parola ‘vocazione’ potrebbe apparirci ormai desueta o riguardante solo alcune categorie (di solito, sacerdoti e consacrate/i), sebbene in realtà riguardi tutti i battezzati ed esprima il disegno di Dio per ciascuno di noi. Vocazione è infatti donare la propria vita accogliendo e intrecciando con gioia due sogni: quello di Dio e quello nostro, che mai si contraddicono.

La settimana vocazionale, che avrà come titolo “Creare Casa” (ChV, 217), vuole essere un momento di condivisione di testimonianze vocazionali, che aiutino a guardare la vita nel suo svolgersi cristianamente. Il poliedro di vocazioni – dono di Dio – è una ricchezza per la chiesa e per il mondo ed è bello poterle narrare sempre per il bene di tutti e per illuminare la strada dei più giovani.
La stessa Veglia Diocesana di Preghiera per tutte le Vocazioni, che si svolgerà giovedì 18 aprile, alle ore 21:00, presso la chiesa della Beata Vergine Maria della Navicella, metterà in luce il dono di una particolare storia vocazionale. Alla preghiera siamo tutti invitati, in particolare i giovani.

“Creare Casa”, infine, è anche il tema della 61^ Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni, che quest’anno si celebrerà domenica 21 aprile. Tutti i sacerdoti e gli animatori liturgici sono chiamati a dare particolare rilievo a questa Giornata invitando i fedeli alla preghiera.
Il tema suggerisce un invito per le nostre comunità, ossia cercare di creare spazi possibili di accoglienza perché ciascuno possa far crescere e coltivare la propria vocazione.

 

Don Giovanni Vianello
Direttore dell’Ufficio Diocesano Vocazioni

Per il giorno sabato 2 marzo 2024, presso il Seminario Vescovile Diocesano, a partire dalle ore 20:00, è stata programmata una cena come occasione di presentazione ufficiale di Esperienza Missionela proposta missionaria diocesana che prenderà avvio – con un percorso formativo di quattro incontri – nel corso del mese di febbraio 2024.

Si tratta di un’occasione che si propone, da un lato, di condividere il significato profondo dell’esperienza missionaria e, dall’altro, una raccolta fondi finalizzata all’autofinanziamento della proposta di missione presso la parrocchia di Bwoga-Chioggia, in Burundi, nel corso della terza e della quarta settimana del mese di luglio 2024.

La Diocesi di Chioggia propone un percorso formativo in vista di un’eventuale esperienza missionaria in Africa, per vivere la quotidianità, l’annuncio e l’impegno dei missionari, confrontandosi con altre culture e condividendone la fede.

L’esperienza si svolgerà durante la terza e la quarta settimana del mese di luglio 2024 presso la parrocchia di Bwoga-Chioggia, in Burundi, dove operano le suore della Congregazione delle Serve di Maria Addolorata, e i giovani partecipanti avranno la possibilità di offrire un tempo di animazione, realizzare qualche lavoro nella scuola in costruzione – sostenuta anche con le offerte del tempo di Avvento della Caritas diocesana – e fare esperienza delle tradizioni locali.

Si tratta, quindi, di una proposta che arricchirà per primi i partecipanti ma che potrà anche diventare successivamente testimonianza e annuncio nelle comunità diocesane.